Etna: il vino del turismo lento

Etna: il vino del turismo lento

Etna però, è anche il nome della DOC, la prima siciliana, oggi meta importante per il turismo lento.

6.242.000 ettolitri di vino prodotti, il 10% della produzione italiana, la quarta regione dopo Veneto, Puglia ed Emilia Romagna, al primo posto in Italia, per superficie a vite biologica con 38.935 ettari. 

Come esperta in promozione turistica e avendo viaggiato moltissimo, accompagnando turisti di tutte le nazionalità nel mondo, voglio parlarti di un luogo meraviglioso, che secondo me almeno una volta nella vita dovresti visitare, soprattutto se sei un appassionato di vino.

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La viticoltura in Sicilia è così antica da confondersi con la stessa storia dell’umanità. 

Ad oggi le varietà di vitigni in Sicilia, sono più di 100, tra le quali molte uniche, altre ancora sconosciute, che nel complesso rappresentano uno straordinario patrimonio culturale, che ha attraversato secoli di storia, rendendo la Sicilia l’Isola del Vino per eccellenza.

Le prime testimonianze risalgono al II millennio a. C., m la rivoluzione delle tecniche agricole, la si deve sicuramente ai Greci. Lo sviluppo si consolidò poi, ulteriormente con l’arrivo dei Romani.

Tanti sono i momenti storici che hanno apportato cambiamenti significativi alla coltivazione della vigna siciliana. A partire dai barbari che proibirono la viticoltura, causandone così una sorta di declino. Fu ripresa dagli arabi, non tanto per produrre vino, in quanto bevanda proibita nel Corano, ma per l’uva passa. 

Gli Aragonesi iniziarono ad esportare i vini siciliani in Europa, ma è nel ‘700, con la nascita del Marsala che i vini siciliani sbarcarono anche in America. Con l’arrivo della filossera a fine ‘800, come accade anche nel resto della penisola, distrusse la viticoltura. E’ solo negli anni ’60 che l’enologia tornò a rifiorire in Sicilia. 

Progressivamente le produzioni di massa fecero spazio alla coltura di vini di qualità, prima con la sperimentazione di vitigni internazionali come Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah, per puntare nell’ultimo decennio alla riscoperta e la valorizzazione di varietà autoctone più interessanti, strettamente dipendenti dal loro ambiente d’origine.

 

I vigneti dell’Etna sono vicinissimi al vulcano

Dalla lava ai vini, sull’Etna un fenomeno straordinario 

Esiste però un fenomeno in Sicilia, del tutto straordinario che si chiama viticoltura. Infatti sembra assolutamente impossibile, ma sull’Etna si coltiva la vite. 

Qui i vitigni crescono impavidi grazie a tanta dedizione, qui la natura e l’uomo hanno saputo creare un connubio perfetto, in un terroir dell’isola straordinario, unico al mondo. Qui uva e lava diventano un tutt’uno in un vino esplosivo. Una contraddizione affascinante, frutto del duro lavoro degli uomini. 

Sull’Etna, spesso la coltivazione della vite avviene in zone impervie, talvolta quasi impossibili, piccoli fazzoletti di terra strappati al vulcano e al mare. Questa è la storia di tanta dedizione di contadini, che all’inizio della primavera, quando il clima lassù è ancora rigido, indossano gli scarponi per andare a potare la vite. Quasi come volessero darle il coraggio di crescere. Questa è una  storia fatta anche di pazienza e attesa, perché la vendemmia sull’Etna è tardiva e si fa attendere più del dovuto, rispetto a quella fatta in altre zone. 

Dalle spiagge di sabbia bianca muovendosi verso l’entroterra, dove sorge l’area collinare, i vitigni della DOC dell’Etna, si alternano sopra ad un terreno inimmaginabile.

L’Etna si trova in provincia di Catania, ed è certamente la punta di diamante della Sicilia, Patrimonio dell’Unesco dal 2013, il vulcano attivo più grande d’Europa alto 3.330 metri. Nella sua maestosità domina il paesaggio come una presenza imponente e allo stesso tempo così importante, un punto di riferimento per i siciliani. Proprio come in passato ancora oggi infatti, i contadini lo osservano e lo studiano, per trarne premonizioni e previsioni climatiche. 

Il vino dell’Etna, nelle sue varietà di Bianco, Bianco Superiore, Rosso, Riserva, e Spumante, nel 1968 ha ottenuto anche un primato assoluto: quello di primo vino da tavola ad essere riconosciuto come Dominazione di Origine Controllata.

Bocche e micro-crateri hanno dato origine ad un manto geologico unico

I vitigni dell’Etna, che hanno messo radici proprio in questo terroir particolare, non possono che dare vita a vini vulcanici ricchi di personalità e mineralità, sapidi e di spiccata acidità unici nel panorama nazionale. Frutto di sapori autentici. 

 

I vigneti dell’Etna

L’Etna, non c’è competizione con i vini famosi del Nord

 I versanti scuri dell’Etna si colorano della vite, sempre più numerosa e rigogliosa. La presenza vulcanica dona alle uve aromi caratteristici e ben strutturati, che si possono degustare in un calice di vino.

I vini dell’Etna sono l’espressione di un territorio a dir poco misterioso. Rosso rubino uno, giallo paglierino con sfumature dorate l’altro, questi i colori dell’eccellenza vitivinicola dell’Etna. Vini eleganti, equilibrati con delicate sfumature floreali con sentori di pesca bianca e pepe bianco. Secco, consistente, ma anche morbido, il gusto dei bianchi. 

Frutti rossi, erbe aromatiche e balsamiche, con un tono speziato di cacao, tabacco e pepe. Gusto secco, tannico, ma armonico e piuttosto corposo, queste le caratteristiche del vino rosso.

Da clima mediterraneo, a subtropicale, a montano e una composizione geologica che non si trova in nessun altro luogo. Questo è il clima che aiuta a crescere il vino dell’Etna.

Il paesaggio vitivinicolo è caratterizzato da vigneti su terrazzamenti e muretti a secco in pietra lavica, anch’essi Patrimonio dell’Unesco.

Qui la linfa vitale dell’Etna da origine alla Doc dell’Etna che si snoda in tre qualità: bianco, rosso e rosato. Nascono il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio o Mantellato, il Caricante.

Le zone di coltivazione si suddividono in tre aree:

  • Est,
  • Nord
  • Sud

I vigneti dell’Etna, formano un semicerchio intorno al vulcano, fino a raggiungere i 1000 s.l.m. La parte Nord è forse la meno turistica ma certamente la meno contaminata, ad est il clima è maggiormente influenzato dal mare con piogge inaspettate e terreni aridi in estate.

Qui le radici entrano a fatica nel terreno e generano meno frutti ma più ricchi. A Sud si trovano invece, i vigneti più alti che arrivano fino a 1000 metri in alcune contrade, dove la produzione è più di tipo familiare. Un luogo di rara bellezza ma selvaggio allo stesso tempo.

“Pure, durante le belle notti d’estate, le stelle splendevano lucenti anche sulla sciara, e la campagna circostante era nera anch’essa, come la lava …”. 

Giovanni Verga, Rosso Malpelo

Con queste parole Giovanni Verga in Rosso Malpelo, ci dà una perfetta descrizione dell’ambiente che circonda l’Etna. Scorie vulcaniche rimaste sulla superficie o sui lati delle colate laviche, dette “sciare”, nel dialetto siciliano. Ed è proprio su questi accumuli, di terre scure nascono i vini d’eccellenza dell’Etna.

 

Sull’Etna la linfa risucchia la linfa delle piante. Foto di Nicole Rossignoli

 

Eccomi qui, anche io pronta per un’escursione sull’Etna

 

Dalla vite dell’Etna al turismo lento

L’area del Parco dell’Etna, il primo ad essere istituito tra i Parchi siciliani, è a tutti gli effetti un’attrazione turistica. Si può infatti salire attraverso itinerari e percorsi prestabiliti con guide specializzate. Proprio in questa zona nasce anche la Strada del Vino dell’Etna, un’area vasta, che pur non essendo un percorso vero ben delineato, da modo di delineare un itinerario enogastronomico dove si possono degustare prodotti tipici e vini di qualità.

Un viaggio fuori dai tradizionali tour, attraverso un paesaggio di rara bellezza alle pendici di un vulcano attivo.

 

Sull’Etna un tour nel turismo lento tra i vigneti

La Strada del Vino dell’Etna propone sul sito itinerari ad hoc in abbinamento a visite guidate sul vulcano con guide naturalistiche. 

Nonostante non esista un vero punto di partenza per un itinerario enogastronomico, se si vuole fare un tuffo nella storia, l’ideale è sicuramente il percorso proposto su ferrovia con un treno antico, iniziando dalla località di Riposto, centro marinaro del catanese. Un punto strategico anche in passato, in quanto da qui partivano le spedizioni per il commercio del vino.

Ad oggi anche base del Treno dei Vini dell’Etna, della Ferrovia Circumetnea, alla scoperta di paesaggi unici.

Per gli amanti dello Slow Food questo è certamente un itinerario straordinario, un tour all’insegna del relax e del turismo lento. Un modo unico per vivere un luogo unico al mondo.

Con l’automotrice a scartamento ridotto e a bordo di un Wine Bus poi, si possono visitare le più belle cantine della zona, accompagnati da un esperto enoturistico.

Un viaggio di una giornata, lontano dalla frenesia e dal caos cittadino secondo i ritmi della montagna, alla scoperta di vini e prodotti tipici. Tra una degustazione e l’altra si può scegliere di fermarsi per pranzo o decidere di trascorrere un soggiorno dormendo in un B&b di lusso.

Insomma l’Etna non si fa mancare nulla, dal turismo naturalistico a quello enogastronomico fino a quello lento, le risorse sono tante e di ogni genere. Relax, sport, trekking, che si scelga una visita in cantina a degustare i vini dell’Etna, piuttosto che un’escursione ai crateri lo spettacolo è assicurato e non ha prezzo.

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L’Etna nello suo splendore durante un’irruzione. Foto dal web

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